le storie,


sul tavolo apparecchiato al desinare
scorrono faville di desideri.
Burrascano i fantasmi,
veleggiano ombre di candele.
Parlano sottovoce cascate di perle
dorate di miglio, amarognole di fiori
di broccoli.
Odori di formaggio invaporano,
fantasticano le fedi, nei firmamenti
le stelle inteneriscono in parole.



le ignote dichiarazioni d'amore.


chi sa che parole tra il fiume e le rocce
e i cespugli di lauro.
Quale l'ora di pesci e lumache.
All'attenzione di luna giorno e notte
in ascolto.
Amano sempre le costellazioni,
strascicano gli uomini suoni.




Ritrovarsi in una stazione senza cielo


la notte è senza cielo
nelle banchine della stazione,
dov'è i dolori di partenze
e i brividi di unioni?
Scampanellii di astri sonori.
Eccheggiano parole di grilli
chi sa se consapevoli e di che?
La vita s'intravede in lontananza
e s'ode sommessa strisciare
fra frasche soffiate dai venti.
Avanzano lenti gli occhioni
tra volpi lucertole rane
e gatti.
Poi la stazione. . .



a repensare i celesti


archi aperti d'amore
nei cieli celesti sul fiume,
che ridono ai cappelli di paglia.
Rinascono i giorni
agli angoli delle vie,
fumi di té fiottano
di te.




   

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