Forse è meglio pensarci. . .

in tre in silenzio e seduti al tramonto,
lei la gatta era gravida e incurvata di bontà.



ma sono anche noi stessi, vivi;

quelle fragili piume
mi mancano i fremiti, lacrime
gli itinerari tortuosi nei vicoli
le ascese,
i tramonti che si aprono
le pietre antiche e i cipressi
le more;
mi mancano i sogni e i fantasmi;
quella dolce eccitazione del tè
prima del treno che va
per unire
per sempre.




i ricordi di noi bambini. . . .

è un sorriso
una speranza, un volo
nel cielo,
una rosa tra le violette,
un girasole lucente,
un grillo tra le verdure
nel sole che nasce,
l'odore delle ginestre nel monte,
il cinguettio degli uccelli,
l'ulivo ritorto,
la carezza del vento del sud.



e ogni ricongiungersi nasce

con corpi distesi che si sfiorano
fra i gialli i rosa i rossi
delle case del porto,
nelle acque smeraldo,
tra i vicoli intrecciati d'amore,
lungo i sentieri in cammino
verso il sole,
fra i fiori di campo,
ho detto ti amo.




   

To Continue
Back to Previous Page
Home Page