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a pensare
in un buio caffè
gioiose
solitudini di fanciulle e pareti profonde nel blu in compagnia di
legni e velluti di tè e ricotte al limone; fragile sentire di
musiche, fumi risa, niente. . . .
come dar
vita agli azzurri,
chi sa se
lo scorrere del tempo potrà ignorarvi fragili petali di
ginestre, lacrime del sole, vestigia di velluti
principeschi basteranno i vostri odori nell'alba a scacciare la
notte? Riuscirete a dar vita ai due azzurri notturni? Ditelo ai
papaveri, ai melograni al falco che può rivolgere lo sguardo dove si
accordano lo zeffiro e il maestrale per dar forma alle parole di
lei.
o ai grigi
splendenti,
il paradiso
forse è senza sole solo di nubi di cristallo e di un celeste di
cielo invernale. La passione è forse senze dolore di una ruggine
palpitante di foglie di faggio, che cela l'umore dei muschi. La
felicità è forse quella coorte di tronchi grigi e nudi dipinti di rocce
traforate che si arrampicano nel mistero dei sentieri e rischiano
verso i raggi di luce che dormono.
ai
notturni,
in arie più
pure e luci fioche il bambino guardava il tremolio degli
astri. Le gambe oscillavano, ninna nanna di un gatto
distratto. Fragoreggiavano gli azzurri percorsi dal gran
carro sotto quel platano che ancora esiste. io amo i
notturni.
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